Una pagina di Dostoevskij sulla fede
Un bellissimo dialogo di Dostoevskij sulla fede (I Fratelli Karamazov, Mondadori, tradotto da Cicognini e Cotta, a cura di Igor Sibaldi):
”...Come, come riacquistare la fede? Del resto, io ho creduto solo quand’ero piccina, meccanicamente, senza pensare a nulla... Ma come si fa a dimostrarlo? E ora sono venuta a inginocchiarmi dinanzi a voi per chiedervelo. Se mi lascerò sfuggire anche questa opportunità, nessuno potrà più rispondermi per tutta la vita. Come dimostrarlo, come convincersi? Povera me! Mi guardo intorno e vedo che per tutti, quasi tutti, è indifferente, che nessuno oggi se ne cura, e io da sola non posso tollerarlo. È qualcosa che uccide, che uccide!»
”...Come, come riacquistare la fede? Del resto, io ho creduto solo quand’ero piccina, meccanicamente, senza pensare a nulla... Ma come si fa a dimostrarlo? E ora sono venuta a inginocchiarmi dinanzi a voi per chiedervelo. Se mi lascerò sfuggire anche questa opportunità, nessuno potrà più rispondermi per tutta la vita. Come dimostrarlo, come convincersi? Povera me! Mi guardo intorno e vedo che per tutti, quasi tutti, è indifferente, che nessuno oggi se ne cura, e io da sola non posso tollerarlo. È qualcosa che uccide, che uccide!»
«Uccide, sì, non vi è dubbio. Ma non si può dimostrare proprio nulla, è però possibile convincersi>>
«Come? In che modo?»
«Con la pratica dell'amore attivo. Cercate di amare il vostro prossimo attivamente, instancabilmente. Più progredirete nell’amore, più vi convincerete dell’esistenza di Dio e dell’immortalità della vostra anima. E se nell’amore per gli altri giungerete alla totale abnegazione, allora inevitabilmente crederete e nessun dubbio potrà mai più far breccia nella vostra anima. È così, è provato.»
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