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Visualizzazione dei post da novembre, 2019

Note al margine di Biancaneve

NOTE AL MARGINE DI BIANCANEVE Grazie alla mia bambina, che preferisce la lettura in automobile al pre-asilo, mi sono goduto la versione originale dei Grimm di Biancaneve. Non mi voglio addentrare nelle qualità letterarie e nel simbolismo dell’opera, che sul piano pedagogico mette in guardia i bambini dall’invidia e dai contatti con sconosciuti apparentemente benevoli, e mostra con il suo ritmo narrativo essenziale e avvincente (realizzando l’ideale suggerito da Cechov: “La brevità innanzitutto, insieme alla semplicità”) che una buona trama può fare a meno di tanti virtuosismi lirici (la trama stessa può farsi lirica: “ E anche gli animali vennero a pianger Biancaneve: prima una civetta, poi un corvo e infine una colombella.”); prima però di compiere il peccato di preterizione esporrò un aneddoto medico o pseudo-medico prendendo spunto dal finale del racconto. Alla mia bambina ho omesso il cannibalismo della matrigna, intenta a divorare quelli che riteneva essere il fegato e i

Sulla santità di Chesterton

SULLA SANTITÀ DI CHESTERTON  Molti appassionati lettori di Chesterton riuniti nelle varie società chestertoniane hanno chiesto di avviare il processo per la beatificazione del grande GKC, e di tutta questa affascinante storia un buddhista eugnostico come me dovrebbe semplicemente tacere: non è di mia competenza. Infatti voglio solo prendere spunto in modo leggero da questo fenomeno religioso per alcune brevi annotazioni. Se santo è anche chi molto beneficio dà al mondo, di sicuro le sue opere un tale beneficio l’hanno dato, rallegrando un’umanità letteraria che senza di lui avrebbe dovuto affrontare il Decadentismo e le solitudini dei pensatori moderni senza un briciolo di allegria. Rallegrati non furono solo i suoi correligionari, ma anche persone che della Chiesa potevano indubbiamente fare a meno, come Borges, che come è noto disse: “La letteratura è una delle forme della felicità; forse nessuno scrittore mi ha dato tante ore felici come Chesterton”. Calvino avrebbe volu

Achille, Borges e la tartaruga

ACHILLE, BORGES E LA TARTARUGA  Sono stato felice di constatare che Borges (La perpetua corsa di Achille e della tartaruga, Tutte le opere, Mondadori) fosse giunto a una conclusione anticonformista: Zenone, secondo lui, aveva ragione. Anch’io da tempo penso la stessa cosa e l’ho fatto presente in un un forum di matematica (vedi sotto), accolto con lo stesso entusiasmo che un gruppo di medici avrebbe riservato alle proprietà taumaturgiche del corno di rinoceronte. Dopo aver esposto le confutazioni di colossi come Stuart Mill, Bergson e Bertrand Russell, Borges afferma coraggiosamente: “Zenone è incontestabile”. Ovviamente ciò che è incontestabile non è il fatto che Achille non raggiunga mai la tartaruga, ma piuttosto che, qualora fosse corretta la nostra idea di infinita divisibilità del tempo e dello spazio, Achille non la raggiungerebbe mai.  La soluzione di Zenone fu la negazione del mondo dei sensi, quella di Borges la negazione del tempo e dello spazio, ma a mio avviso